martedì 5 luglio 2011

Le notizie del giorno: Palazzi dimostra che anche l'Inter rubava

La prescrizione salva l'Inter. Per il procuratore federale Stefano Palazzi, infatti, la società nerazzurra e l'allora presidente Giacinto Facchetti sono colpevoli di illecito sportivo relativamente all'inchiesta su "Calciopoli bis", quella dei fatti del 2006, emersi dalle intercettazioni portate alla luce durante il processo penale di Napoli.
E' quanto risulta dalle motivazioni della sentenza che ha portato all'assoluzione, per prescrizione, di tutti gli imputati. Palazzi spiega anche, relativamente all'esposto della Juventus che ha chiesto la revoca dello scudetto 2006 assegnato all'Inter, che non si può più intervenire per via disciplinare. Sarà quindi, come era già emerso venerdì scorso, il Consiglio federale a discuterne nella riunione in calendario il 18 luglio: non è escluso però che per la decisione si dovrà aspettare ancora, oltre quella data.

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Colpevoli di illecito: Aldo Spinelli e Giacinto Facchetti, presidenti rispettivamente di Livorno e Inter.
Colpevoli invece di aver violato l’articolo 1 del codice di giustizia sportiva che riguarda l’obbligo di lealtà dei tesserati: Luca Campedelli (presidente del Chievo), Massimo Cellino (presidente del Cagliari), Fabrizio Corsi (presidente dell’Empoli), Nello Governato (dirigente del Brescia), Sergio Gasparin (direttore sportivo del Vicenza), Rino Foschi (direttore sportivo del Palermo) e Luciano Spalletti (allenatore dell’Udinese). Il procuratore federale Stefano Palazzi consegna la relazione in merito ai fatti oggetto di indagine dell’inchiesta “Calciopoli bis” e chiarisce come sarebbero dovute andare le cose se non fossero maturati i tempi della prescrizione che hanno portato all’assoluzione di tutti gli imputati sopra citati.

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"A noi vogliono radiarci per la violazione dell'articolo 1, l'Inter ha oltrepassati i limiti con l'articolo 6, che è anche più grave. Non credo proprio che la cosiddetta 'banda degli onesti', possa ancora chiamarsi così": Luciano Moggi, l'ex direttore generale della Juventus imputato principale di Calciopoli, commenta così a Radio 24 la relazione del procuratore della Federcalcio Stefano Palazzi su 'Calciopoli bis' e lo scudetto 2006, assegnato a tavolino all'Inter.
"Sulla vicenda dello scudetto non ho alcun parere - dichiara Moggi - dovrà deciderlo la Federazione, che certo dovrà riflettere su quello che ha fatto nel 2006. Non mi sembra che allora sia stato fatto un buon lavoro". "L'illecito dell'Inter non mi sorprende, e sono contento che dal processo di Napoli sia almeno emersa qualche verità. Non ho alcuna sensazione di rivincita, ho solo la voglia e il desiderio di difendermi", conclude Moggi.

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Ecco l'Inter secondo Palazzi, allora: «Questo Ufficio ritiene che le condotte in parola siano tali da integrare la violazione, oltre che dei principi di cui all'articolo 1 (slealtà sportiva ndr), comma 1, CGS (codice di giustizia sportiva, ndr), anche dell'oggetto protetto dalla norma di cui all'articolo 6 (illecito sportivo, ndr), comma 1, CGS, in quanto certamente dirette ad assicurare un vantaggio in classifica in favore della società Internazionale F.C. mediante il condizionamento del regolare funzionamento del settore arbitrale e la lesione dei principi di alterità, terzietà, imparzialità e indipendenza, che devono necessariamente connotare la funzione arbitrale». Le colpe di Giacinto Facchetti, all'epoca presidente nerazzurro, avrebbero come da norme travolto il club: «Oltre alla responsabilità dei singoli tesserati, ne conseguirebbe, sempre ove non operasse il maturato termine prescrizionale, anche la responsabilità diretta e presunta della società ai sensi dei previgenti artt. 6, 9, comma 3, e 2, comma 4, CGS».

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«Nell'ultima stagione ho disputato buone prestazioni, ma spero di fare ancora meglio il prossimo anno perchè mi aspetta una sfida davvero affascinante con la Lazio. Non vedo l'ora d'indossare la maglia biancoceleste, prenderò la numero 19».
Firma e visite mediche, poi non ci sarà più nessun ostacolo per il 27enne albanese, che per arrivare a Roma si è ridotto l'ingaggio di 800mila euro: guadagnerà 1,7 milioni a stagione sino al 2016. «Ho sempre avuto una sola idea in testa - ha aggiunto - andare alla Lazio era la cosa migliore per me. È un grande club con dei tifosi fantastici. Tra l'altro disputerò l'Europa League e ce la giocheremo con le formazioni più importanti della serie A. In Turchia ho vissuto momenti difficili, ma il Galatasaray rimarrà nel mio cuore. Certo dall'Italia sarò più vicino al mio paese, l'Albania, e alla mia famiglia. E questo è un bene».

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L'avvocato Roberto Cappelli è stato nominato dal consiglio d'amministrazione della Roma presidente della società di calcio giallorossa. Il ruolo di amministratore delegato è stato invece conferito a Claudio Fenucci. Fenucci avrà i poteri e le deleghe per gestire la società fino alla fine della trattativa tra Unicredit e il consorzio Usa, prevista per metà luglio. Dibenedetto arriverà a Roma prima del raduno, l'11 o il 12 luglio.
«Il cda ha inoltre nominato un comitato esecutivo per le decisioni più urgenti - ha spiegato Cappelli, dopo aver annunciato le due nomine al termine del cda - Questa struttura di governance accompagnerà la società fino alla chiusura degli accordi con gli americani». Il comitato esecutivo è composto dal presidente, dall'amministratore delegato, da Paolo Fiorentino, numero due di Unicredit, e da Mauro Baldissoni.

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