sabato 2 luglio 2011

Quando “non emergono fattispecie disciplinari non prescritte”

Prescrizione è un termine particolarmente inflazionato negli ultimi anni. A volte ingenuamente confuso con l’assoluzione piena (Tg1 docet), significa che un processo muore prima che possa essere effettuata una corretta diagnosi della malattia per mancanza di tempo: scaduti i termini previsti senza che si sia arrivati a una soluzione nel merito, si è costretti a buttare nel cestino centinaia di migliaia di faldoni, carte e cartacce. Cos’è avvenuto ieri? Anche il mondo del pallone ha avuto la sua bella razione di “prescrizioni”: a seguito dell’esposto presentato dalla Juve poco più di un anno fa, che poggiava sulle nuove telefonate tra Facchetti, Moratti, Bergamo e Pairetto emerse nell’inchiesta penale e parallela di Napoli, il procuratore federale Stefano Palazzi ha deciso di archiviare le posizioni dei vertici nerazzurri. Archiviazione in quanto secondo Palazzi “non sono emerse fattispecie disciplinari non prescritte”…


Ma che significa questa doppia negazione (“non” … “non”) un po’ confusa? Semplicemente che, anche ove le telefonate di Giacinto Facchetti e Massimo Moratti con Bergamo, Pairetto e De Santis avessero integrato delle condotte illecite, queste non potrebbero più essere utilizzate oggi perché sono passati troppi anni (nel codice di giustizia sportiva in vigore ai tempi di Calciopoli la prescrizione scattava dopo 2 anni per le società e dopo 4 anni per i dirigenti, dunque comunque la si veda oggi è troppo tardi).

Sembra quasi sadica la formuletta adottata da Palazzi: per ora vi dico che le responsabilità dei nerazzurri sono archiviate, ma… chissà, forse solo perché è passato troppo tempo da quando quelle parole furono pronunciate, o forse le conversazioni in questione sarebbero state comunque irrilevanti dal punto di vista disciplinare, chissà…

Rimane, messa una pietra sopra sul processo sportivo, l’annosa questione dell’assegnazione del titolo 2005-2006: se i fatti commessi da Moratti & C. fossero (nonostante la prescrizione) disciplinarmente rilevanti, il Consiglio federale non potrà non tenerne conto. E per saperlo occorre attendere le motivazioni di Palazzi.

Tutto verrà deciso il 18 luglio, dopo che il consiglio federale (composto tra gli altri da Gianni Rivera, Roberto Baggio, Renzo Ulivieri, Damiano Tommasi e alcuni presidenti di serie A) avrà avuto il tempo di sviscerare le motivazioni della sentenza di Palazzi, che saranno depositate martedì prossimo.

Per ora, rimaniamo appesi alla mancata emersione di “fattispecie disciplinari non prescritte”…

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