domenica 15 maggio 2011

Il Prince dei tamarri

Kevin-Prince Boateng è sicuramente stata la sorpresa di questo Milan Campione d’Italia. Arrivato a Milano, un po’ per caso, via Portsmouth e Genova dopo un buon mondiale terminato ai quarti di finale col suo Ghana, Prince, come ama essere chiamato, è diventato un punto di riferimento dello scacchiere tattico di Massimo Allegri.


Evoluzione palestrata del Perrotta spallettiano e dello Stankovic mourinhiano il ghanese di origine tedesca viene schierato come trequartista atipico alle spalle dei due attaccanti per poi interpretare il ruolo a modo suo. Senza i piedi di Ronaldinho, le accelerazioni di Kakà o le giocate di Savicevic, Prince riesce comunque a ritagliarsi uno spazio da protagonista in una zona del campo decisiva; corre e lotta come un mediano, ha la grinta ed il carisma del leader ed è bravo ad inserirsi in area senza palla. Prince è ben lungi dall’essere un campione eppure rilega Seedorf a sgobbare con Gattuso e Flamini e Pirlo addirittura a spolverare la panchina con Cassano.
Un vero fenomeno Boateng lo diventa, invece, fuori dal campo. Personalità spiccata e fisicaccio prorompente, Prince è il prototipo del giocatore moderno: tatuaggi (la corona sul collo su tutti) da fare invidia ad un marinaio, una bella cresta mohicana sempre luccicante e portamento da vero tamarro con tanto di sopracciglio tagliato, occhialoni da sole anche di notte, canottiera bianca attillata ed enormi cuffie da deejay. Insomma Prince piace più per il suo carattere estroverso e per il suo stile truzzo che per i suoi piedi! Autentico emblema dei (dis)valori berlusconiani basati più sull’apparenza che sul contenuto. Un tronista calciatore, un atleta pronto a trasformarsi in manichino televisivo.
 Boateng nasce a Berlino Ovest nell’87 da padre ghanese e madre tedesca. Ha un fratello da parte di madre, Jerome, anch’esso calciatore professionistico. Ha un’infanzia difficile passata nei sobborghi della capitale tedesca tra delinquenza e violenza che gli vale il soprannome di Ghetto Kid.

Prince cresce calcisticamente nell’Hertha e fa il definitivo salto di qualità andando a giocare in Premier nel Tottenham prima e nel Portsmouth dopo. A differenza del fratello sceglie di giocare per la nazionale ghanese abbandonando ogni legame con le Germania. Prima dei mondiali sudafricani rompe una caviglia al capitano tedesco Ballack con un’entrata assassina. Quest’episodio comprometterà definitivamente i suoi già complicati rapporti col fratello. Jerome infatti è il suo opposto: cresce in una buona famiglia, studia e si integra in Germania per la quale gioca in nazionale.
 Prince ha segnato 3 gol in campionato ed ha servito diversi assist ai compagni ma tutti ci ricorderemo di lui per il suo balletto jacksoniano con tanto di Moonwalk il giorno della premiazione a San Siro. 
E pensare che un tempo il campionato italiano veniva deciso da Platini, Zico, Maradona, Zidane, Kakà...

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