mercoledì 11 maggio 2011

Riformare la (Coppa) Italia

Non provate una grande invidia per la leggendaria FA CUP britannica?
Io decisamente si! Ma perchè la nostra Coppa Italia (mi rifiuto categoricamente di chiamarla tim cup) deve essere un ricettacolo di riserve, scarponi, giovani di belle speranze e portieri alle porte della pensione? Se la nostra Serie A è stata fino a pochi anni fa il campionato di calcio più bello del mondo allora perchè la coppa nazionale, sebbene sia disputata dagli stessi gloriosi club, è un torneo triste e assolutamente privo di interesse per pubblico e squadre?! Non vi sono mai match memorabili. Né i grandi club né le piccole squadre danno importanza a questo torneo. La competizione è considerata da tutti un obiettivo secondario ed in certi casi è addirittura ritenuta un inutile disturbo dai top team italiani.
Ma allora mi chiedo che senso abbia portare avanti stancamente questa coppetta che riempie i buchi dei calendari stracolmi di impegni e non riempie un stadio nemmeno per sbaglio?! Aboliamola!
Oppure studiamo una nuova formula più appettibile ed accattivante per pubblico, società, giocatori, sponsor e Tv.
Io un’idea ce l’ho. Sul modello dei campionati del mondo di calcio, perchè non istituire una Coppa Italia che si disputa nell’arco di 15 giorni?
Si fanno le qualificazioni seguendo l’attuale tabellone fino ai sedicesimi di finale. Poi dagli ottavi in avanti inizia la fase finale della Coppa. 8 squadre accedono grazie alle qualificazioni e le altre 8 sono teste di serie come la detentrice del titolo e le prime del campionato passato. Un’altra novità sarà che ogni anno la Coppa Italia si giocherà interamente in una Regione italiana diversa. Questa nuova formula della competizione potrebbe servire anche da stimolo per ristrutturare i vecchi ed inaccoglienti stadi italiani e per portare nuovi investimenti nello stagnante mondo del calcio tricolore. Il torneo avrebbe una durata di 15 giorni per un totale di 15 partite ad eliminazione diretta. Le partite secche garantirebbero un elevato livello di spettacolarità. Si potrebbe decidere di disputare il torneo a gennaio dopo la sosta invernale oppurea a fine campionato prima delle vacanze estive. In questo modo le squadre ed i giocatori avrebbero la possibilità di concentrarsi esclusivamente sulla Coppa senza lasciarsi distrarre da altri impegni ritenuti più importanti. Ma per rendere la competizione veramente appetibile ai club bisognerebbe garantire la qualificazione diretta alla Coppa “dalle grandi orecchie”. Il sogno della Champions League servirebbe da stimolo per giocatori e squadre di alta e bassa classifica.
Ritengo che questo tipo di cambiamento è più che mai necessario per valorizzare la nostra coppetta nazionale e per rimanere al passo coi tempi. Il nostro calcio è già stato superato da quello inglese e da quello spagnolo. Attraverso questo tipo di novità si può tentare di ridurre il gap che si è creato col calcio iberico e con quello britannico. Questa formula garantirebbe una serie di vantaggi per tutte le parti interessate. Le squadre avrebbero la possibilità di qualificarsi in Champions disputando pochi incontri. I tifosi assisterebbero a partite combattute, tese e spettacolari. Le televisioni porterebbero soldi freschi per aggiudicarsi l’esclusiva dell’evento. Le Regioni potrebbero investire nella costruzione di nuovi stadi e riceverebbero tifosi e turisti nel periodo della competizione. Tutte le parti interessate ne beneficerebbero aiutando così a migliorare l’immagine del nostro calcio ormai in decadenza, come gran parte del Paese...

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