sabato 14 maggio 2011

Il Principe Igor

Perché diciamo sempre che il calcio di oggi è più brutto del calcio di una volta? Forse perché non esistono più storie come quella di Igor Protti.
 Igor Protti, nato a Rimini in un tranquillo pomeriggio di settembre, è stato un prolifico centravanti degli anni ’90. Lo Zar, come lo chiamavano a Bari, o il Principe, come lo definivano a Livorno, vanta un insolito record: è l'unico calciatore europeo ad aver vinto le classifiche marcatori di tutte le categorie professionistiche. Igor è un ragazzo semplice. Come tanti altri nutre una forte passione per il calcio. Però si distingue subito per l’enorme facilità con cui va in gol. Ne realizzerà ben 229 da professionista.


A soli 18 anni lascia Rimini con un paio di scarpini da calcio ed uno zaino pieno di sogni e di belle speranze. Si trasferisce a Livorno perché ha appena firmato il suo primo contratto da professionista. Protti gioca 3 stagioni in C1. Questo periodo sarà decisivo per la sua maturazione. Il giovane attaccante si innamora della città di Modigliani: dei suoi colori forti, della sua atmosfera di porto di mare, della sincerità e della spontaneità dei suoi abitanti, dei tramonti all’Ardenza, del cacciucco e del ponce. Igor si identifica pienamente con questo ambiente e quel giorno di fine maggio dell’88 in cui scopre di essere stato ceduto alla Virescit Bergamo è per lui un vero e proprio trauma. Il giocatore, come canta il cantautore labronico Bobo Rondelli “Bella Livorno, mi fermo qui”, sognava di vivere per sempre a Livorno e di indossare solo la maglia amaranto.
Ma Igor non si perde. Eè determinato. Continua ad allenarsi duramente, a correre ed a segnare. In pochi anni arriva il giorno del suo esordio in Serie A. In A, come in B ed C, Igor gioca e segna caterve di gol. Protti è un attaccante inarrestabile. Va in rete indifferentemente di destro, di sinistra o di testa, di potenza o di rapina. Ma il suo cuore è rimasto nella città dei Quattro Mori. Nella stagione ‘95/’96 conquista il titolo di capocannoniere della massima divisione italiana con 24 reti e viene notato dai principali Club dello Stivale. E’ la Lazio a spuntarla. Igor è caricatissimo. Sente che il suo trasferimento nella capitale gli permetterà di consacrarsi come campione. Ma le cose non andranno come sperato. L’annata sarà viziata da diversi infortuni e da incomprensioni col tecnico boemo Zeman. L’estate successiva viene subito ceduto al Napoli e la stagione sarà avara di gol e di soddisfazioni. Dopo altri 2 campionati fallimentari tra Lazio e Reggiana, l’ormai maturo Igor sbotta. Il giocatore è infelice. Sul campo le sue prestazioni sono mediocri e non riesce più a trovare la porta con la facilità di sempre. Protti è sicuro: solo un suo ritorno nella mai dimenticata Livorno gli potrà restituire gol e sorriso. Il neo presidente labronico, Aldo Spinelli, non si lascia scappare l’occasione e nell’estate del ’99 realizza il sogno di tutta la Curva Nord livornese. Il Principe è tornato a casa e potrà nuovamente indossare la maglia numero 10 amaranto. “Bella Livorno, mi fermo qui”. Il giocatore decide di stabilirsi per sempre nella città della Fortezza e dei Fossi. L’attaccante rinuncia ai grandi palcoscenici della Serie A per giocare e lottare per la squadra del cuore. In 3 stagioni in C1 Igor realizza 58 reti vincendo 2 volte il titolo di capocannoniere e trascinando gli amaranto alla promozione in Serie B dopo 31 anni. Il giocatore è finalmente felice. In B Protti gioca un’altra grande stagione che lo porta a laurearsi bomber delle serie cadetta. A fine stagione il Capitano amaranto è contento ma stanco ed acciaccato.
I suoi 36 anni si fanno sentire nelle gambe martoriate dai difensori avvesari. Annuncia il ritiro dall’attività professionistica. Nel frattempo il Livorno Calcio acquista il figliol prodigo Cristiano Lucarelli. Il giorno della sua presentazione ufficiale dichiara che con Protti al suo fianco la squadra di Mister Mazzarri può puntare alla promozione in Serie A. Tutta la città chiede al Capitano di tante battaglie di tornare in campo. Igor sa che non può deludere l’affetto della gente che lo ha reso felice. Il Principe stringe i denti e decide di tornare ad indossare la sua maglia numero 10. La stagione sarà trionfale: i gemelli del gol segnano 53 reti (stabilendo un record per la categoria) e trascinano il Livorno ad una storica promozione in Serie A dopo 55 anni. Protti ha realizzato il sogno di un’intera città. Tutti i livornesi si riversano nelle strade per festeggiare l’evento.
Igor, nonostante i 37 anni, è ancora un attaccante formidabile. Il richiamo delle Serie A, persa 5 anni prima, lo spinge a disputare un ultimo campionato con la maglia amaranto. Quella che a 18 lo ha svezzato, lo ha fatto crescere e maturare e pochi anni fa gli ha restituito il sorriso e la voglia di correre dietro al pallone. Il Livorno centra una tranquilla salvezza e Protti segna 6 gol. A fine stagione è arrivata l’ora per il Principe Igor di ritirarsi. La società labronica lo omaggia ritirando la sua maglia: la numero 10. La città piange l’addio del suo Capitano ma Igor è felice. A 32 anni ha rinunciato alla serie A per giocare col Livorno in C. In 6 stagioni trascina gli amaranto dalla C alla A segnando caterve di gol. Nessuno come lui è mai stato amato incondizionatamente dal focoso pubblico labronico. Igor Protti è un personaggio che appartiene ad un calcio che non c’è più. Un calcio più autentico. Fatto di uomini, di sentimenti, di sudore, di fatica e di storie di provincia come quella di Igor Protti da Rimini divenuto il Principe di Livorno.

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