giovedì 19 maggio 2011

Udinese e Lazio: un campionato per quarti

L’ultiimo verdetto aperto del Campionato riguarda l’assegnazione del quarto posto. Non proprio una volata scudetto insomma ma comunque un responso importante perchè il quarto posto concede il privilegio di giocarsi un posto in Champions League attraverso le forche caudine del preliminare d’Agosto.

I friulani sono in vantaggio di 2 punti sui biancocelesti. “L’ultima salita sarà la più dura” ha ammonito il tecnico, appassionato di ciclismo, Francesco Guidolin riferendosi all’ultima partita in casa contro al Milan già scudettato. Lotito, logorroico ed insopportabile presidente laziale, ha dichiarato con tono che sembra anticipare delusione: “non andare in Champions dopo una stagione così sarebbe una beffa”. La Lazio di Edy Reja, infatti, per qualificarsi dovrà battere in trasferta il Lecce e sperare in un passo falso dei bianconeri.
L’Udinese ha quindi in mano la sua seconda partecipazione alla competizione europea più ambita. La prima esperienza in Champions, finita nella fase a gironi, risale alla stagione 2005-2006. Allora la squadra era guidata da Spalletti e poteva vantare in attacco un tridente d’eccezione: Iaquinta, Di Natale, Di Michele. La Lazio, invece, ha una tradizione europea più consolidata e la sua ultima (e breve) partecipazione risale alla stagione 2007-2008 con Delio Rossi in panchina e Pandev e Rocchi in attacco.

Per il Polpo, l’Udinese si merita la qualificazione in Champions. La squadra friulana è la più giovane d’Italia ed ha espresso il miglior calcio della serie A. Un gioco rapido e spumeggiante basato su scambi stretti ed inserimenti senza palla. Il leader della squadra Totò Di Natale (per quanto strane ci possano sembrare le parole leader e Di Natale nella stessa frase) si è confermato cannoniere incredibile ed ottimo elemento di provincia. Purtroppo per la Nazionale il napoletano trapiantato in Friuli non è mai riuscito a ripetere gli exploit di Udine con la maglia azzurra con la quale, infatti, segna pochissimo. Il Polpo è poi grande ammiratore di Alexis Sanchez, una delle rivelazioni della stagione, che sarà difficile ritrovare ad Udine la prossima stagione visto l’interesse dimostrato da Inter, Manchester United e Barcellona. L’Udinese è una società che ha nella valorizzazione di giovani talenti da tutto il mondo il suo marchio di fabbrica. Negli anni in bianconeri hanno, infatti, scovato e lanciato giocatori del calibro di Bierhoff, Amoroso, De Sanctis, Iaquinta, Pizzarro, Jankulowsky, Asamoah Gyan, Sanchez per poi rivenderli ai grande club riuscendo qua e là a rifilare anche qualche pacco.

La Lazio è una ex quasi grande squadra.
Il Presidente moralizzatore Lotito l’ha salvato dal fallimento ed ha avuto il merito di rilanciarla. I biancocelesti sono stati molto regolari nell’arco dell’intera stagione senza particolari acuti. Reja ha plasmato una squadra con una difesa di ferro e qualche buona individualità dalla trequarti in avanti come il brasiliano Hernanes su tutti. Però la Lazio non è mai riuscita ad entusiasmare. Esprime un gioco difensivo e noioso. Il centroavanti titolare, Floccari, ha segnato 8 reti e l’egoista (per usare un eufemismo) talentino Zarate ha dribblato 789 avversari, tanti, ma sempre troppo pochi per realizzare più della miseria di 10 gol in due anni. Il Polpo c’è poi rimasto un pò male per alcuni episodi degli ultimi anni: i “buuuu” ai giocatori di colore, il saluto romano alla Curva da parte dell’ex capitano Di Canio, gli striscioni in onore di generali serbi con una simpatica inclinazione al genocidio. Tutte cose mai viste nei silenziosi fondali marini frequentati dal Polpo.

Insomma, scegliere per chi parteggiare nella volata Champions tra l’Udinese e la Lazio è un po’ come scegliere per chi tifare tra Rossi e Biaggi, tra il Buono (Clint Eastwood) ed il Cattivo (Lee Van Cleef) o tra Ken Shiro e Raoul...
Se l’Udinese dovesse centrare il traguardo della qualificazione, i Pozzo dovrebbero innanzitutto non cedere i pezzi pregiati della squadra di Guidolin (vedi Sanchez, Asamoah, Inler, Handanovic) e successivamente comprare un paio di giocatori esperti abituati a calcare i grandi palcoscenici europei per evitare un clamoroso flop che potrebbe avere conseguenze devastanti sul morale e sulla classifica (vedi Samp).

E poi, almeno, Andrea Agnelli si consolerà con un po’ di bianconero in Europa...

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