martedì 10 maggio 2011

Retrocedere per orgoglio

Per la Sampdoria tutto quello che poteva andare male è andato peggio ed il gol di Boselli al 96esimo minuto nel derby, oltre alla sconfitta nella stracittadina, ha quasi sicuramente sancito la retrocessione della squadra ligure.
Ma la Samp un piede in B ce l’aveva già messo tra novembre e gennaio quando il Presidente “tutto d’un pezzo” Garrone ha cacciato l’ex amico Cassano reo di averlo insultato con stile (“vattene a fan* vecchio di m*”!!) e venduto l’ariete Pazzini all’Inter perché non lo vedeva più motivato.
La Samp è terz’ultima a 2 punti dal Lecce a 2 giornate dal termine del campionato. E pensare che solamente un anno fa la squadra blucerchiata, guidata dal baffuto Delneri, calpestava il sogno scudetto della Roma di Ranieri e conquistava la qualificazione ai play-off di Champions League. I protagonisti della grande cavalcata doriana verso il 4° posto con vista sull’Europa erano il Mister friulano passato in estate alla Juve con esiti disastrosi, il portierone Storari anche lui passato in bianconero per fare da vice Buffon, il Capitano astemio Palombo e i nuovi gemelli del gol Cassano-Pazzini. Garrone, signore anziano e pacato, lontano dalle manie di protagonismo di altri colleghi, irascibili ed arroganti, si è trovato in una situazione nuova ed inaspettata: una squadra competitiva, qualificata per la competizione internazionale più importante e la coppia gol della nazionale azzura. Sbigottito forse dalle luci e dal clamore del successo Garrone, tra un passo più lungo della gamba e un genovesissimo braccino corto, ha iniziato a smantellare silenziosamente la squadra. Prima si è sbarazzato del fedelissimo direttore sportivo Marotta, poi del tecnico ed infine del portiere rivelazione. Una volta perso il preliminare di Champions, si è messo a stuzzicare l’esplosivo carattere del pupillo barese fino alla fatidica litigata che lo ha portato al licenziamento. Poi ha invitato l’Inter a comprare il “Pazzo” ed infine ha esonerato il nuovo allenatore Di Carlo. L’orgogliosissimo Garrone si è guardato bene dall’aprire il portafoglio e non ha sostituito degnamente nessuna cessione. A gennaio ha riempito i buchi comprando lo scaduto Big Mac e l’acerbo talentino Macheda. Così la Samp si è ritrovata senza i suoi 2 fuoriclasse in grado di risolvere da soli le partire, senza un portiere forte ed affidabile, senza un allenatore sicuro ed esperto ma con tantissime paure, dubbi ed insicurezze. Il risultato è stato che la squadra ha perso 11 partite nel girone di ritorno ed è precipitata in piena zona retrocessione.
Restare al vertice si rivela ancora una volta molto più difficile che arrivarci (per caso) e quando sembrava che la stagione passata potesse davvero preludere ad un’altra decade di gloria blucerchiata, i tifosi devono ora digerire una dolorissima retrocessione.
A Dicembre qualcuno poteva forse ammirare la testardaggine con cui il buon Garrone aveva preferito perdere talento e denaro piuttosto che accettare le scuse del Franti barese. Adesso, mentre Fantantonio spolvera la panchina festeggia lo Scudetto a San Siro e la Samp si fa cacciare in B al 96esimo dai cugini superbi, la legge del contrappasso sembra punire Garrone per un fatale peccato d’orgoglio.

1 commento:

  1. un commento un po' superficiale per i miei gusti...l'errore più grande di Garrone è stato quello di affidare la squadra ad un incompetente come Tosi e non essere riuscito a sostituire Marotta (che per la cronaca non è stato cacciato ma se n'è voluto andare) con qualcuno di valido...detto cio' un anno di purgatorio puo' far bene a tutto l'ambiente, l'importante è che si azzeri la dirigenza e si affidi la squadra a persone competenti...in più qualche mese in miniera a spaccar pietre per alcuni giocatori, curci, lucchini, mannini, maccarone, su tutti

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