lunedì 9 maggio 2011

Mou: chi te lo ha fatto fare?

Volge a conclusione la prima stagione madridista dello SpecialOne ed è tempo di tirare le prime somme. Mou arriverà a fine anno con un dignitoso secondo posto in Liga, una qualificazione alle semifinali di Champions, dove il Real non approdava da diversi anni, e addirittura un titulo, la Coppa del Re, vinta contro gli arcinemici del Barcellona. Si sa, le prime stagioni del portoghese non sono mai esaltanti, anche all’Inter il primo anno vinse il campionato, ma più che per il gioco di squadra per la capacità di fare rendere al massimo Ibra, e poi la concorrenza era assai scarsa, basta pensare che la modesta Juve del finto gentiluomo Ranieri fu tra le contendenti fino a poco dalla fine. Il punto è però un altro: che margine di miglioramento ha in Spagna il Real nei prossimi anni data la presenza della squadra più forte degli ultimi anni e forse della storia del calcio, quale è la formazione guidata da Pep Guardiola? Il confronto quest’anno, ma molto probabilmente, data la giovinezza di Messi & Co., anche nei prossimi, appare quasi ridicolo: non solo il Barça vince quasi sempre, ma soprattutto, e questo a Madrid pesa molto, gioca bene, molto meglio del Real. L’unico modo di batterlo è senz’altro quello adottato da Mou con l’Inter in semifinale l’anno passato e in finale di coppa del Re poche settimane fa: tutti dietro la linea del pallone, anche attaccanti super quotati, attenzione massima sulla fase difensiva e speranza di colpire in contropiede dopo aver rubato un pallone agli incantatori catalani. Tattica a volte efficace, ma per molti versi umiliante, e che certamente presuppone l’accettazione della propria inferiorità. 
La domanda a questo punto è: ma perché Mou ha accettato questa sfida impossibile? Probabilmente dopo aver vinto la Champions con una squadra fortissima ma non stellare come l’Inter (per non parlare del Porto di qualche anno fa) il mago di Setubal si è sentito invincibile e si è convinto di poter vincere da solo i tituli… Il problema è che poi in campo ci vanno i giocatori e la possibilità di incidere da parte dell’allenatore rimane tutto sommato limitata. Josè, da uomo intelligente quale è, come aveva capito che con il Barça non si può giocare a viso aperto, avrebbe dovuto anche capire che per il suo prestigio personale e per la sua carriera, questo Barça era meglio lasciarlo stare e limitarsi per qualche anno (almeno fino al pensionamento di Xavi e Iniesta o alla dipartita di Guardiola) a incontrarlo in Champions.
L’esempio del buon Capello peraltro doveva avvisarlo del clima madrileno: lì non basta vincere, bisogna giocare bene, e questo il portoghese non sa cosa voglia dire… Quanti rimpianti poi per essere andato via dall’Inter: con un squadra mezza bollita avrebbe comunque vinto facile il campionato (il Milan lo vince con due terzini da lotta per la salvezza) e si sarebbe fatta rispettare ancora in Europa, oltre ovviamente a mettere in bacheca (lo ha fatto addirittura quella sagoma di Benitez) l’unico trofeo che gli manca, La Coppa del Nonno Intercontinentale.
Insomma Mou, chi te lo ha fatto fare??? O come direbbe Nanni Moretti, “facciamoci del male, andiamo avanti così…”.

Giuseppe Zerutituli

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