lunedì 6 giugno 2011

Valdano: l’oceano del poeta

Si può forse obbiettare che tutti quegli anni alle dipendenze della sbruffonissima Real Casa lo abbiamo reso un poco meno simpatico che se li avesse passati, mettiamo, al Chievo, si può essere senz’altro d’accordo che la scelta del gel sui capelli ricci è deprecabile e sbagliata, nel complesso, però, Jorge Valdano sembra davvero un gran tipo ed è un peccato vederlo andarsene, mandato via a questo modo, dal Real Madrid. Elegante, assertivo e pacato in tutte le diverse fasi della sua carriera, come dirigente del Madrid “El Poeta” ha sempre cercato di stemperare l’arroganza dello squadrone reale con il suo messaggio di dignitoso orgoglio ed etica del lavoro.


In questa ottica era rientrato assieme a Florentino Perez due anni fa dopo che, nel periodo della sua assenza, dal 2004 al 2010, il Madrid era stato travolto dal disastro, d’immagine piuttosto che di risultati, dei “Galacticos” e dalle ruffianate dell’orribile presidente Calderon. Per questo Valdano aveva scelto come allenatore Manuel Pellegrini, un allenatore serio e modesto, un viso da cagnone triste, poco televisivo. Pellegrini, certo, poiché non aveva vinto nulla e non era bastato contendere la Liga al Barça fino alla penultima giornata in un finale di stagione davvero credibile per salvarlo dal massacro della cattivissima stampa spagnola e dalla straripante disponibilità di Mourinho. E adesso è Valdano ad essere cacciato da Mourinho e dalla sua ingordigia di potere. Mourinho che non ha vinto molto ma che, nel gioco delle personalità e del loco culto che è diventato il calcio moderno è stato capace di offrire una faccia forte ancorchè diabolica da contrapporre a quella gradevole e vincente del Barça. Mourinho che vince (male) e perde (peggio) ma che in ogni caso riesce a farlo dettando le sue condizioni, ai giocatori, alla società ed alla stampa.

Alla vigilia di Italia 90 Valdano, quando dopo un disperato recupero da un serio infortunio era stato all'ultimo minuto scartato dall’allora C.T. Bilardo dichiarò: "ho attraversato l'oceano a nuoto e sono affogato sul bagnoasciuga". Ora quell'oceano è infestato da squali. E da polpi.

Ottorino Maggio

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